Fast digest

Giornate piene, letture poche, e questo week-end assemblea di Action Aid, bref, giusto qualche segnalazione, soprattutto per ONG.

Nonostante il dispiegamento di aiuti da fine agosto, Ebola non si ferma, però la mortalità sembra calare un po’. Domani riunione all’OMS per approvare test diagnostici ancora sperimentali. Purtroppo quelli “robusti” che non richiedono elettricità, catena del freddo, reagenti ecc. sono molto meno precisi delle PCR o sono ancora da sviluppare.

Da Nature
Declan Butler riassume le novità che raccontavo forse troppo speranzosa in questi mesi. 

Una notizia che fa discutere parecchio, anche all’OMS. Sempre Declan Butler

Infectious-disease scientists are protesting the removal of the coordinator of a European effort to respond to disease outbreaks. Matthias Niedrig, a virologist, has led the European Network for Imported Viral Diseases (ENIVD) since it was created in 1995. But in late August, the head of the Robert Koch Institute (RKI) in Berlin, which hosts the network, informed Niedrig that he would be reassigned to work on health issues related to climate change.

Non credo sia colpa solo di Niedrig, ma l’ENIVD s’è mobilitato tardi – ok, come tutti meno MSF…

Per chi si è perso la nuova Lista Rossa delle specie a rischio pubblicata due settimane fa dell’IUCN, Richard Monastersky fa il punto

The report evaluated more than 76,000 species, a big increase over earlier editions. But that is just 4% of the more than 1.7 million species that have been described by scientists, making it impossible to offer any reliable threat level for groups that have not been adequately assessed, such as fish, reptiles and insects.

e presenta una sua valutazione (non molto diversa, gli anfibi sono sempre i più vulnerabili), sotto forma di grafico:

Recognizing these caveats, Nature pulled together the most reliable available data to provide a graphic status report of life on Earth (see ‘Life under threat’). Among the groups that can be assessed, amphibians stand out as the most imperilled: 41% face the threat of extinction, in part because of devastating epidemics caused by chytrid fungi. Large fractions of mammals and birds face significant threats because of habitat loss and degradation, as well as activities such as hunting.

Le specie acquatiche sono pochissime, perché si conoscono poco e sono difficili da censire? O perché si acclimatano meglio ai cambiamenti, come diceva un paper su Nature Climate Change?

La rivista ha anche anticipato on-line quello di Nikolaos Christidis et al. sulla maggiore probabilità di ondate di calore estive in Europa dal 2040 in poi:

Here we investigate how the likelihood of having another extremely hot summer in one of the worst affected parts of Europe has changed ten years after the original study was published, given an observed summer temperature increase of 0.81 K since then. Our analysis benefits from the availability of new observations and data from several new models. Using a previously employed temperature threshold to define extremely hot summers, we find that events that would occur twice a century in the early 2000s are now expected to occur twice a decade. For the more extreme threshold observed in 2003, the return time reduces from thousands of years in the late twentieth century to about a hundred years in little over a decade.

A proposito di specie marine a rischio o meno, Emma Marris ha sentito i pareri di specialisti sulla ricerca del Five Gyres Institute, uscita ieri su PLoS One, che ha quantificato la plastica e la “micro-plastica” finita negli oceani:

More than 5 trillion plastic pieces, with a combined mass of more than 250,000 tonnes, are floating in the ocean (…)  On its face, the estimate is shockingly high — but it is still much lower than expected, amounting to less than 1% of the annual global production of plastic….

Ah be’ allora. Bibliografia.

*

A Cambridge, UK, lo chiamavano “Lucky Jim”
James Watson aveva venduto all’asta la sua medaglia Nobel per $4,1 milioni da donare a istituti di ricerca e “riscattarsi” dopo dichiarazioni pubbliche di un determinismo genetico un po’ razzista. Aggiornamento della BBC: il miliardario russo che l’ha comprata gliela restituisce…

***

Da Science 

– un editoriale su Ebola e l’obiettivo dell’ONU “Zero infezioni” entro giugno 2015;

– un grosso inserto speciale con i genomi di uccelli arcaici e moderni, con la loro evoluzione e quella dei geni per il canto paragonato ai nostri.

– Gretchen Vogel commenta i due papers che confermano come la mutazione di un singolo gene produce una resistenza del plasmodio all’artemisinina, di nuovo nel Sud-Est asiatico dove c’era stata la prima evoluzione di zanzare resistenti al DDT:

Now it is happening again. Over the last decade, artemisinin, the most powerful drug available to cure malaria, has failed in more and more people in Cambodia, Myanmar, Vietnam, Laos, and border regions of Thailand. Researchers and public health experts worry that history will repeat itself and the resistant parasites will go global. Though efforts to contain and eliminate resistant strains have been so far unsuccessful, two papers published online this week in Science offer new insights into the genes behind the threat—insights that should help scientists identify and track resistant parasites and perhaps find better ways to kill them.

E ancora niente vaccino.

Dennis Normile segue la bonifica di Fukushima-Daiichi, dove le “pareti di ghiaccio” si sono rivelate inefficaci:

Every day 300 tons of ground water leak into the basements of the buildings, get contaminated, and must be pumped out and stored. There are now nearly 1000 tanks on site holding more than 560,000 tons of contaminated water. Plant owner Tokyo Electric Power Co. finally has a process that removes all radionuclides except for tritium, which is bonded into water molecules. Existing tritium-removal techniques are deemed too costly and impractical. So the Japanese government is funding the development of promising alternatives. A U.S.-based company is working on a catalytic method it claims can squeeze all the tritium into just 5 cubic meters of water for disposal. It has until March 2016 to prove it can scale up the process to meet the Fukushima challenge.

La società è la Kurion di Irvine, California, che ha sviluppato il “combined electrolysis catalytic exchange” con l’università di Stanford e l’ha collaudato a Hanford. Non con 300 tonnellate d’acqua al giorno, però.

 ***

Riccardo Reitano ha segnalato il nuovo post di Tamino (Grant Foster, Riccardo, il mago delle Fourier wavelets), decisamente in gran forma, sulla “significanza statistica” di un cambiamento nella tendenza delle temperature (mi ripeto, ma è solo uno degli effetti del risc. glob., vedi sopra il paper sull’acclimatazione delle specie).

Questo grafico delle p-values per le varie serie è stupendo:

For no choice of start year, for no choice of data set, can you make a valid claim to have demonstrated a slowdown in warming. As a matter of fact, in no case does the p-value for any choice of start year, for any choice of data set, get as low as the 10% level. To put it another way, there’s just no valid evidence of a “slowdown” which will stand up to statistical rigor.

Con mesi di ritardo, Real Climate festeggia il suo decimo compleanno.

18 commenti

  1. Quanta roba interessante! E quanto poco tempo per leggere tutto! Grazie per le segnalazioni…

  2. È nella sempre più lunga lista di cose da leggere. Sono passato alla tecnica delle due scrivanie: su una si scrive e basta (solo computer), sull’altra si legge e si fa di conto e basta. La pila di libri e carte incombe minacciosa.

  3. @gvdr
    stessa tecnica adottata dal sottoscritto da tempo. Pila minacciosa anche qui. Che roba.
    @oca
    confermo e ribadisco anche ad alberto che quel post di tamino è super. Non sapevo delle Fourier wavelets. So – perché le uso anche io – delle breakpoints e dei regime switch.

    1. steph e Gvdr
      farei così anch’io, ma il “da leggere” arriva sempre più spesso nel computer.
      Se un giorno avete tempo e guardate le F wavelets, mi dite cosa ne pensate? Me ne hanno parlato bene in parecchi, ma non ci capisco niente.

  4. @Ocasapiens
    Se un giorno avete tempo e guardate le F wavelets, mi dite cosa ne pensate?
    Che sono fantastiche anche se non capisco a fondo la tua domanda…
    Le wavelet costituiscono uno spazio ortogonale in cui possono essere decomposti i segnali. Sono analoghe alle trasformate di Fourier ma hanno il vantaggio di essere limitate sia nel tempo sia nello spazio mentre le sinusoidi di Fourier sono illimitate nel tempo. Dal punto di fista computazionale sono molto più rapide per cui vengono preferite nel trattamento dei segnali video.
    Una cosa che le rende oggi particolarmente appetibili [ed è teoria nuova, 2006, sconosciuta all’autore da te citato] è il fatto di costituire in genere una rappresentazione sparsa: nello spettro ce ne sono poche, la maggior parte sono a zero. Questa è una proprietà potentissima perché permette di operare [se successivamente si vuole comprimere il segnale] con una frequenza sub-Nyquist [e di molto]; non so se questa proprietà sia applicabile al campo di tuo interesse ma dal titolo del lavoro mi pare che l’ambito sia esattamente lo stesso.
    Per quello di cui mi occupo io, invece. la rappresentazione sparsa porta a dire che riprendere un’immagine con 24 Mpixel e poi trasformarla in jpeg è una follia computazionale ed economica. Si ottengono gli stessi risultati con una campionamento incoerente con pochi pixel e metodi statistici potentissimi. Chiedo scusa agli specialisti se ho detto stupidaggini. Per chi fosse interessato: Compressive Sampling. Con buona pace di Nyquist, Shannon e tutti quelli che pensano che noi scettici si sia talmente ottusi da rimanere ancorati alle realtà codificate.

    1. grazie, Giancarlo, l’aspetto temporale l’avevo capito, ma non il vantaggio pratico. Questa è una rassegna della CST quasi comprensibile per una bayesiana ingenua come me, ma se ne hai una più basic è benvenuta.
      Nel mio campo d’interesse – clima, imaging, modelli, risorse, BigData ecc. – ho visto che si parla di “compressive sensing”, non avevo fatto il collegamento con la CST e le F wavelets.

  5. @Ocasapiens
    Nel campo d’interesse clima o imaging in medicina, ho visto che si parla di “compressive sensing” con rimando alla Compressive Sampling Theory.
    Sono sinonimi.
    Ich bin ein Cimpy

    1. Giancarlo, oltre a essere un Cimpy sei pure un fulmine, stavo ancora correggendo la mia risposta mentre aggiungevo il link.
      Ich bin auch ein Cimpy! non mais alors…

  6. Di base ho evitato, ma se dobbiamo giocare, bisogna che lo ammetta anche qui: ich bin ein Cimpy. Soprattutto quando si parli di Storia.

  7. Mi è arrivato uno strano messaggio circa una riunione condominiale…È vero?
    Comunque non ci possono essere dubbi: ich bin ein CimPY.

  8. Non dirò altro che nome, grado e numero di matricola. Anzi, dirò solo questo:
    Ich bin ein Cimpy, e pene più severe per tutti i renitenti alla leva.

  9. Non ditelo in giro, chè non mi si confà nè addice. Purtuttavia, se chiamate, sapete bene che a voi rispondo.
    Ich bin ein cimpy

  10. I miei due amici hanno detto che oggi non possono, quindi hanno delegato me. Che tanto di solito è sempre così, e poi hanno pure il coraggio di lamentarsi che dicono che scrivo male! Venissero a mostrarmi loro di persona, dico io…
    Ich bin ein CimPy. Forse anche tre.

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