Un tot, poi li conto ma sono tantissimi, di ricercatori europei in discipline varie ha analizzato i grassi rimasti attaccati in 6.400 cocci trovati negli scavi di siti preistorici. Risultato su Nature,
Here we present secure identifications of beeswax in lipid residues preserved in pottery vessels of Neolithic Old World farmers. The geographical range of bee product exploitation is traced in Neolithic Europe, the Near East and North Africa, providing the palaeoecological range of honeybees during prehistory. Temporally, we demonstrate that bee products were exploited continuously, and probably extensively in some regions, at least from the seventh millennium cal BC, likely fulfilling a variety of technological and cultural functions. The close association of A. mellifera with Neolithic farming communities dates to the early onset of agriculture and may provide evidence for the beginnings of a domestication process.
La sorpresa non è tanto l’arco temporale, ma la distribuzione geografica non così estensiva, mi sembra, visto che c’erano mellifere selvatiche in tutta la zona. Forse gli scavi in Italia e in Spagna sono pochi…
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Anna, l’ape operaia fotografata ma non sfruttata da Luca Mazzocchi
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Robert Duncan commenta le ricerche di Richards et al. (paywalled) e conferme recenti, che fanno discutere parecchio:
The Chicxulub impact alone may have produced sufficiently severe and abrupt environmental deterioration to have caused mass extinction. By contrast, none of the other major mass extinctions shows evidence of meteorite impacts, but all coincide with the occurrence of large volcanic provinces. It therefore seems reasonable to accept that both the impact and the volcanism , on nearly opposite sides of the planet, contributed to abrupt species decline and extinction at the KPB (Limite Cretaceo-Paleogene, ndr).
“Abrupt” in senso geologico: le eruzioni innescate dalla caduta del meteorite sul Yucatan sarebbero durate mezzo milione di anni.
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Julia Blanchard fa una rassegna degli studi – partendo da quello di Kortsch et al., in open access – sullo spostamento delle specie di pesci “generalisti” verso i mari più freddi, e sulle sue possibili conseguenze per la stabilità della rete alimentare:
As the sea ice retreats, it may open up greater access for human activities, such as fisheries and oil exploration. As well as being large generalists, the shifting fish species are all commercially important. Food-web interactions form the core of ecosystem models that are commonly used to assess the impacts of human activity on ecosystems or non-target species. However, the food-web linkages in such models are usually assumed to remain constant. Kortsch and colleagues’ study contributes to the mounting evidence that these structures change over time.
Servirebbero nuovi modelli dinamici, conclude, anche perché
Climate change is also causing other types of ecosystem change. Abrupt transitions called regime shifts are affecting the balance of macroalgae and benthic invertebrates in the same region, mirroring patterns that have been reported globally.
“Abrupt” sulla scala di una vita umana, questa volta.
Sul numero di oggi c’è il paper dell’economista Solomon Hsiang et al. anticipato on line un paio di settimane fa che avevo raccontato alle Oche, sulla temperatura media annua ideale per la produttività e su come questa cala di brutto sopra i 13 °C.
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L’era glaciale iniziata nel 1999 e/o nel 2009 e si vede bene anche qui.
Verso la COP21
“Uno mattina” ha scelto quale “climatologo e metereologo” l’elettrotecnico Roberto Madrigali. Come usa fare dal 2010, “l’esperto” ha ripetuto che il riscaldamento globale non esiste, o semmai esiste è dovuto a cause naturali, comunque non c’è alcun consenso sulle cause. S’è scordato solo di aggiungere che è iniziata una nuova era glaciale.
ma com’è possibile?? Perché non lo fermate???????
chiede Pier da Climalteranti. Non so se servirà a fermarlo, ma i telespettatori possono usare twitter per dire alla redazione di “Uno mattina” quanto sono felici di pagarne le bufale.
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Boycott TreeFinder
Parlavo male delle riviste BMC del gruppo Springer-Nature, ma una ha appena fatto “la cosa giusta”, racconta Retraction Watch.
Nel 2004 su BMC Evolutionary Biology, insieme ad Arndt von Haeseler e Korbinian Strimmer, lo statistico tedesco Gangolf Jobb pubblicava “TREEFINDER: a powerful graphical analysis environment for molecular phylogenetics“. Descrivevano un software che, come precisato dalla rivista, doveva essere reso disponibile agli altri ricercatori. In febbraio, Jobb cambiava la licenza e ne negava l’uso a chi lavorava in USA, e in ottobre nei paesi della UE “importatori di immigranti” che rubano il lavoro agli europei d.o.c. come lui. La rivista ha ritrattato l’articolo con l’accordo di Strimmer, nonostante 745 citazioni siano parecchie. Come altri ricercatori, Strimmer fa notare che esistono software simili in open source, e pure migliori.
L’elettrotecnico tiene anche dei corsi a pagamento (ben 50 euro a capa!) sulla meteorologia e sulla climatologia spacciandosi per esperto. Sara’ legale?
Credo di no, spacciarsi per esperto senza esserlo per vendere corsi dovrebbe essere un “abuso della professione”, ma se non rilascia attestati rischia poco.