Certificato di supremazia

Il Cile è uno dei paesi che intende rilasciare un certificato medico valido per tre mesi a chi si è ammalato di covid-19 e risulta positivo al test per gli anticorpi. USA, Gran Bretagna, Germania e altri paesi hanno intenzioni simili, anche se “l’idea ha tanti difetti che è difficile sapere da quale iniziare”, scrivono Natalie Kofler e Françoise Baylis su Nature.
Iniziano così:

  • Immaginate un mondo nel quale la possibilità di avere un lavoro, una casa o un prestito dipende dall’analisi del vostro sangue. Venite confinati ed esclusi della società se vi mancano certi anticorpi.

Non serve molta immaginazione perché

  • E’ già successo. Per gran parte dell’Ottocento, l’immunità alla febbre gialla divideva gli abitanti di New Orleans, in Louisiana, tra gli “acclimatati” che erano sopravvissuti e i “non acclimatati” che non si erano ammalati. La mancanza di immunità dettava chi si poteva sposare, dove si poteva lavorare e, per gli schiavi, il loro valore. L’immunità presunta concentrava il potere politico ed economico nelle mani dell’élite ricca ed era l’arma usata per giustificare la supremazia bianca.

Segue l’elenco di 4 problemi concreti e di 6 “preoccupazioni etiche”: l’immunità alla covid-19 è ancora un mistero, i test sierologici sono inaffidabili, ne servirebbero due per abitante e nessun paese sarebbe in grado di somministrarli, i sopravvissuti sono troppo pochi per rilanciare l’economia (omissis) e ne conseguirebbero nuove forme di discriminazione.

  • Le strategie che si concentrano sull’individuo – usando un concetto di etica libertario – contraddicono la missione della sanità pubblica.

La sua missione invece è “testare, rintracciare, isolare” e sviluppare un vaccino.
Se una vaccinazione universale, tempestiva e gratuita diventasse possibile, sarebbe etico richiedere un certificato di vaccinazione per partecipare in alcune attività [come succede già, ndt]. Ma se l’accesso al vaccino è limitato in qualche modo, tornerebbero alcune delle iniquità che abbiamo sottolineato come dimostra la letteratura sull’uso di altri vaccini.

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Ai fautori dell’etica “libertaria” non piacerà il preprint di Sen Pei et al. della Columbia University. Usano modelli controfattuali per stimare le vittime statunitensi della pandemia nelle grandi aree metropolitane se il distanziamento sociale fosse iniziato una o due settimane prima:

  • In tutto il paese 61,6% [95% CI: 54,6%-67,7%] delle infezioni registrate e 55% [95% CI: 46,1%-62,2%] dei decessi al 3 maggio 2020 sarebbero stati evitati se le stesse misure di controllo fossero state  applicate soltanto una settimana prima.

Manca la “Discussion” dove normalmente i limiti dei modelli sono elencati. Per dire, quando le variabili sono tante, gli strumenti statistici usati per accorpare e lisciare (smoothing) sono “ragionevoli” come dicono gli autori?
Per valutare varie misure di distanziamento, mi sembra meglio questo modello sul loro effetto in Germania (usa l’inferenza bayesiana, guarda caso…)

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John Ioannidis ha commesso un’altra meta-analisi biased, è diventata un’abitudine, questa volta sul tasso di fatalità per gli infetti – o meglio inferiti tali, visto che non esistono dati finché non viene tamponata la popolazione mondiale – da Sars Cov-2. Demolizione in regola di Hilda Bastian.

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Ieri accennavo al mezzo rientro in patria di Pier Paolo Pandolfi dopo che aveva perso il lavoro a Harvard, celebrato oggi dal Corriere. Prima di esultare,  conviene leggere l’articolo di Leonid Schneider con esempi di immagini improbabili tratte dai 30 paper dubbi…

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Se vi crescono 2 euro…

Fino al 15 giugno, Action Aid-Italia sta raccogliendo fondi per Action Aid-Kenya attraverso sms o una chiamata al n. 45511 – e altre vie  se ve ne crescono un po’ di più. Insieme a Ong locali, alle famiglie in lockdown stiamo distribuendo acqua, kit igienici, cibo, il volantino che spiega come proteggersi dall’infezione e un po’ di soldi. Nei villaggi dove le scuole hanno chiuso, ovviamente – se avete adottato un* bambin* a distanza, non preoccupatevi – ma anche nelle baraccopoli se ci riusciamo.

Action Aid-Bangladesh non ha ancora dato notizie sui danni del ciclone. In compenso c’è una buona notizia per le famiglie di Corsico senza né aiuti pubblici né reddito da marzo. Abbiamo raccolto addirittura un po’ più del previsto. Per adesso reggono sia la maggioranza dei progetti a lungo termine che quelli detti “emergenziali” – grazie a tutti.