Bigini

L’ultimo dei cinque “schools brief” sui cambiamenti climatici pubblicati dall’Economist riguarda le transizioni energetiche – al plurale anche fuori dalle riviste specializzate, finalmente!
Rientra nella riforma del capitalismo e del libero mercato globale che il settimanale va predicando, insieme all’editoriale “Climate change and the pandemic. Seize the moment” e al briefing che consiste a sua volta in quattro bigini:

  • “Climate and Covid. Flattening the other curve”
  • “Never let a crisis go to waste. A trillion-dollar question”
  • “Taxing carbon. The contentious and correct option”
  • “Emissions. If a tree falls”

Tutta la sezione Internazionale è dedicata al “Grande ribaltamento. Covid-19 sta disfacendo anni di progressi nel diminuire la povertà globale.” E nella sezione Scienza c’è pure un articolo sui progressi del fotovoltaico.
Il numero è un concentrato di argomenti economici che contraddicono le fantasie retrograde di Trump, Confindustria et al. per i quali “afferrare il momento” significa saccheggiare le nostre tasse per tornare ad inquinarci la vita e l’ambiente più di prima.

Sul sito dell’Economist molte rubriche sono gratuite, ma nel settimanale lo sono soltanto 5 articoli al mese. Oggi merita di essere comprato in edicola, trovo. L’unica cosa che non ho capito è come sia possibile riformare il capitalismo fino a dargli un “volto umano” senza abolire il patriarcato e il suo 90% di quote celesti.
Well, nobody’s perfect…

Merita anche Science di oggi, purtroppo in edicola non si trova. O’s digest:

– Jon Cohen recensisce i risultati intermedi del trial con il cabotegravir, “non proprio un vaccino contro l’AIDS, ma finora la cosa più più vicina che ci sia”;
– Mitch Leslie spiega perché le cellule immunitarie helper T contro il Sars Cov-2 trovate da due gruppi di ricercatori nel sangue di alcuni pazienti guariti potrebbero essere di buon auspicio;
– mentre il governo USA accusa quello cinese di aver nascosto i dati, Adrian Cho ricorda che il 30 dicembre 2019 HealthMap e Promedmail avevano segnalato che a Wuhan sette pazienti erano i condizioni gravi con un nuovo tipo di polmonite. HealthMap lo aveva saputo dalle notizie locali e in rete, Promed dal Center for Disease Control di Taiwan
– nel Policy forum, un gruppo di bioeticisti chiede che ci sia un “valore sociale sufficiente” per infettare volontari sani con il Sars Cov-2 e dimostrare l’efficacia di un vaccino prima che ci sia una terapia. Ho qualche dubbio in più: siccome i volontari sani possono essere contagiati e rimanere asintomatici lo stesso, l’efficacia del vaccino non resterebbe comunque da dimostrare?

– L’alto tasso di arsenico nell’acqua potabile è un’emergenza sanitaria da mezzo secolo, soprattutto in India, Bangladesh e parte della Cina, e soprattutto nelle campagne dove l’acqua dei pozzi non viene analizzata. Nelle Perspectives, anche Yan Zheng dell’università di Shenzen chiede uno sforzo mondiale per creare test veloci, affidabili e facili da usare nelle zone geologiche “sospette”, e altri per misurare il livello di arsenico nelle urine degli abitanti. Aggiunge che negli USA l’applicazione variabile delle norme

  • ha lasciato oltre un milione di americani rurali esposti all’arsenico, con una proporzione più elevata fra i gruppi vulnerabili per motivi socio-economici e comportamentali.

– Un virus letale sta decimando i lagomorfi selvatici dal Canada al New Mexico…

Papers
Martin Sullivan, Simon Lewis e 200 e rotti colleghi pubblicano i risultati del monitoraggio di oltre mezzo milione di alberi in 813 foreste tropicali di 24 paesi, di cui 590 “appezzamenti sperimentali” con strumenti di misura per temperatura e precipitazioni (ne avevo parlato quando Simon Lewis li aveva presentati a una conferenza). In assenza di siccità, incendi e patogeni, la maggioranza se la cava e continua ad assorbire carbonio finché la temperatura diurna non supera i 32,2 °C  – come avviene ormai in Sud America (e non solo).

Elizabeth Pennisi riassume la ricerca e i guai in vista:

  • Il gruppo ha calcolato che nel mondo ogni aumento di 1°C della temperatura massima riduce lo stoccaggio del carbonio nelle foreste tropicali di 7 miliardi di tonnellate (circa l’equivalente delle emissioni totali degli USA in 5 anni), sebbene attualmente la perdita è compensata da una maggiore crescita. Se le temperature globali superano di 2°C i livelli preindustriali tuttavia, il 71% delle foreste tropicali sarà spinto oltre il punto di svolta [tipping point] termico.

Questo è divertente… A causa delle temperature primaverili anticipate dal riscaldamento globale, i bombi escono da letargo affamati prima che ci sia polline da mangiare. Foteini Palishadou et al. hanno scoperto quando ne perforavano/laceravano  le foglie, le piante di pomodoro fiorivano 30 giorni prima e quelle di senape nera 15 giorni prima. Non sono riusciti a riprodurre un identico risultato “sperimentalmente”. Due anni fa, hanno imitato i morsi bombeschi in laboratorio: la pianta dalle foglie “ferite”  fioriva solo pochi giorni prima di quella con foglie integre che stava nella stessa gabbietta. L’anno scorso, hanno provato con un prato piantato sul tetto: i bombi erano più bravi anche in condizioni “semi-naturali”.
Commento molto incuriosito di Lars Chittka.

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Ho visto che certe riviste scientifiche dell’Oxford University Press noleggiano un singolo articolo. Qualcuno sa come funziona?

2 commenti

  1. Questo, invece, è un po’ meno divertente, considerando il marketing utilizzato dai suprematisti/sovranisti come simbolo dell’anti-mainstream in epoca di Covid-19.
    https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736%2820%2931180-6/fulltext
    We were unable to confirm a benefit of hydroxychloroquine or chloroquine, when used alone or with a macrolide, on in-hospital outcomes for COVID-19. Each of these drug regimens was associated with decreased in-hospital survival and an increased frequency of ventricular arrhythmias when used for treatment of COVID-19.
    In sostanza: i malati di COVID-19 trattati con idrossiclorochina o clorochina non solo non hanno mostrato alcun beneficio da questi farmaci, ma anzi i dati indicano un aumento del rischio di morte. Lo studio è stato realizzato con i dati raccolti in 671 ospedali di tutto il mondo realizzato su 96’000 pazienti ospedalizzati con COVID-19, circa 15’000 dei quali sono stati trattati con uno dei due antimalarici.
    Buona lettura!

    1. Steph,
      ho visto, sigh…
      Danni del trumpismo a parte, credo che stia succedendo per altri farmaci perché da mesi le riviste (serie) protestano contro i trial scadenti e i risultati ingannevoli.

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