MUSE

Non so se il nuovo quartiere delle Albere, a Trento, si riempirà – sembra che gli appartamenti siano molto cari – ma in 21 mesi il Museo delle scienze, ex Museo di Storia Naturale (spettacolare e piacevole), ha avuto un “effetto Bilbao” notevole: un milione di visitatori paganti. L’avevo visto nel primo bozzetto fatto da Renzo Piano, poi in cantiere, ma non da quando l’avevano inaugurato. Merita – prevedere un paio di giorni, più mezza giornata per una delle iniziative temporanee.

Sospetto il direttore Michele Lanziger di voler colonizzare il circondario, l’area Michelin abbandonata decenni fra tra la ferrovia e l’Adige. In occasione dell’Expo2015 e di “Food for curious minds”, la conferenza dei musei della scienza e dei science center europei che si conclude sabato sera, ha occupato il castello vescovile dove prima c’era un’appendice del MART di Rovereto con una mostra laboratorio-mani in pasta sulle specialità gastronomiche locali, e il responsabile per la botanica del Muse ha coltivato a orto con varietà tradizionali locali parte della pelouse antistante.

Non mi occupo più di musei scientifici dai tempi della guida con Matteo Merzagora, ma la conferenza è sicuramente “Cibo per menti curiose” anche se i due giorni preliminari sono quelli più riflessivi.

Sentire i progetti, anche quelli falliti, i sogni e le idee degli “explainers”, facilitatori, mediatori, animatori fa sempre pensare. Per prima cosa sono degli appassionati, cercano i modi più efficaci per infettare gli altri e hanno mezzi sempre più potenti e diversi per farlo. E poi continuano a ridefinire la missione di un museo – di scienze naturali, nelle sessioni che ho seguito – e alcuni progetti hanno co-evoluzioni convergenti e divergenti nei vari paesi, in funzione dell’ecosistema, della società, della tradizione…

Un  museo vivo somiglia a un esperimento incessante: ipotesi, metodi e materiali, risultati, analisi, discussione.  Quante e quali attività fare fuori, in “natura” che può anche essere la città; cosa significa radicarsi nel territorio locale quando la scienza è globale e molti ricercatori-curatori si occupano di biodiversità – per esempio – lontana nel tempo o nello spazio; bisogna privilegiare la ricerca applicata che può risolvere problemi della comunità o i dinosauri che liberano l’immaginazione (oltre a  fare audience).

Come conciliare la valorizzazione delle collezioni – 5 milioni di oggetti, solo a Trento – e l’attualità; o le “storie” che fanno presa con la necessità di spiegare che sono temporanee e saranno presto modificate e magari ribaltate da nuove scoperte ecc. ecc.

Una domanda perenne è che cos’è un oggetto reale/vero/autentico? La sua realtà/verità/autenticità accresce interesse, curiosità, emozione del visitatore? Un scheletro incompleto di Tyrannosaurus Rex è meno autentico della replica di uno scheletro intero ricostituito dai paleontologi?  Bref, sono tornata con chili di cose da leggere e digerire, molto grata dell’invito e maledicendo gli impegni che mi hanno fatto rientrare a Milano.

Se volete bocconi di Food for curious minds: il sito della conferenza, immagini e frammenti su twitter, il sito del Muse e inviti e altri frammenti su twitter.

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Oggi su Nature:

editoriale e articolo sul rapporto dell’Accademia sudafricana delle scienze che smentisce i pretesti dei legislatori per criminalizzare l’omosessualità;

editoriale soddisfatto delle decisioni del G7 a proposito dei cambiamenti climatici in vista del vertice di Parigi:

To the credit of German Chancellor Angela Merkel, leader of the host nation, the commitments surpass all of the G7’s previous promises. Most notably, the group has formally acknowledged — and quantified — the scale of the industrial renaissance that will be required to keep global average temperature increase to less than 2?°C above pre-industrial levels. It has provided concrete and measurable targets that should help to make clear where precious capital and human resources should be invested — not just for other governments, but also for businesses. It should also make clear where resources should not be expended. The G7 nations renewed their pledge to end “inefficient” fossil-fuel subsidies.

(A proposito, su Climalteranti c’è un bell’articolo sul perché in Italia son calate le emissioni di gas serra.)

– Chris Woolson segnala la protesta di Alex Bond, l’ideatore di Crap Wildlife Volunteer Jobs

“volunteer ‘jobs’ that offer no pay are rampant in wildlife ecology and conservation biology, and it’s time for them to stop.” In an interview, he said that with the glut of qualified researchers, it is easy to find someone willing to work for free. Bond says that such positions undoubtedly provide valuable work experience, but only for those who can afford them, and this can prevent scientists from less-well-off backgrounds from entering the field.

I prof non sono d’accordo. E molti volontari nemmeno, a quanto ne so.

– in tema con “cibo per menti curiose”, c’è un bel reportage di Rachel Cernansky da Nairobi sullo studio e la valorizzazione delle verdure locali;

– tre ricerche – di Hank et al. e di Allentoft et al. su Nature e di Mathieson et al. su BiorXiv in genetica delle popolazioni antiche (8.500-4.500 anni fa) confermano la diffusione della tecnologia attraverso le migrazioni e si contraddicono sull’origine del linguaggio “indo-europeo”.

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Sorpresone (not)

L’oligopolio degli editori scientifici coincide con l’aumento dei loro profitti:

 One can clearly see in Fig 7A that, between 1991 and 1997, both the profits and the profit margin increased steadily for (Reed Elsevier) as a whole. While profits more than doubled over that period—from 665M USD to 1,451M USD—profit margin also rose from 17% to 26% … resulting in profits reaching an all-time high of more than 2 billion USD in 2012 and 2013. The profit margin of the company’s Scientific, Technical & Medical division is even higher (Fig 7B). Moreover, its profits increased by a factor of almost 6 throughout the period, and never dropped below 30% from one year to another. The profit margin of this division never decreased below 30% during the period observed, and steadily increased from 30.6% to 38.9% between 2006 and 2013. Similarly high profit margins were obtained in 2012 by Springer Science+Business Media and in 2013 and John Wiley & Sons’ Scientific, Technical, Medical and Scholarly division (28.3%) and Taylor and Francis (35.7%)…  

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Tormentone

All’ESA, forse hanno trovato i pochi pixel che indicherebbero dove di preciso, sulla cometa Churyumov-Gerasimenko, s’è incastrato Philae, con molti condizionali.

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Pentitone

Sir Tim Hunt, premio Nobel 2001 per la medicina, dice stupidate sulle ricercatrici che da femmine gettano lo scompiglio nei lab a una conferenza di giornalisti, in Corea del Sud, si stupisce che si diffondano e suscitino critiche, riconosce che era meglio se stava zitto e si dimette da professore onorario allo University College di Londra.

Pensava di aver fatto commenti sinceri e divertenti. Sinceri è probabile.
In risposta, alcune ricercatrici pubblicano “distractingly sexy photos“.

1 commento

  1. Ammesso che fosse necessario, lo sproloquio di Hunt conferma ancora una volta che non basta essere premio Nobel e Sir per essere attendibile su qualunque argomento.
    Hunt si riferiva alla sua esperienza personale; per quel che vale, la mia è diametralmente opposta. Sarà che le donne siciliane sono dure di cuore …

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